Beni culturali
I beni culturali dell’impresa e del lavoro sono patrimoni vivi e dinamici.
Interagiscono con la realtà odierna concorrendo a conferire alla collettività e al suo territorio continuità e futuro.
Ciò che è generato dal fatto produttivo costituisce un patrimonio collettivo.
Ciò che rimane della sua eredità è testimoniato negli archivi, nei luoghi fisici del lavoro e dell’archeologia industriale, nei musei dedicati.
Strumenti che sappiano comunicare il valore di tali eredità favoriscono la memoria e la scoperta dei legami identitari e culturali che le comunità hanno con il territorio. Permettono loro di riconoscere se stesse e di farsi conoscere, tanto nella trasformazione delle proprie dimensioni locali che nell’evoluzione delle reti di relazioni con altri territori e altre realtà socio economiche.
Nell’attuale quadro di profonde trasformazioni del mondo del lavoro e della produzione si rendono necessari progetti che sappiano valorizzare i patrimoni storico culturali sedimentatisi nei diversi territori regionali attraverso visioni dinamiche e innovative, capaci di interagire con le comunità di oggi e gli odierni tessuti produttivi.
I beni culturali dell’impresa e del lavoro raccontano la storia della civiltà industriale e della produzione, in tutte le sue forme e sfaccettature. Se guardati da questo punto di vista, essi rappresentano patrimoni di storie che ci parlano di territori e comunità. Patrimoni che appartengono ai luoghi ed ai paesaggi che li hanno visti nascere e svilupparsi, sedimentarsi e stratificarsi nei diversi spazi geografici della regione Friuli Venezia Giulia, nelle aree costiere e di pianura, nelle città e nelle periferie urbane, ma anche nei paesi e nelle aree rurali come, seppur più raramente, in zone più decentrate e marginali come quelle montane. Legati ai luoghi della produzione ma anche a quelli del vivere quotidiano e comunitario (si pensi, ad esempio, ai quartieri operai, alle periferie urbane, ai villaggi aziendali), tali spazi sono negli anni mutati, e con essi i territori e le comunità, talvolta così tanto da non essere oggi più riconoscibili per quello che un tempo sono stati: luoghi di vita e di lavoro, di relazioni e di produzioni, di collaborazioni e di conflitti, di pratiche e di saperi, di culture e di tradizioni. Tuttavia, qualunque sia stato il loro “destino” – di trasformazione o rigenerazione, di abbandono o cancellazione - essi hanno lasciato sul territorio un tessuto di testimonianze di cui è importante prendersi cura.
Nell’appartenere a territori e comunità, nel restituirci la loro storia nei suoi nessi con le diverse forme, declinazioni, sfaccettature in questi assunte dalla civiltà industriale e della produzione, i beni culturali dell’impresa e del lavoro sono patrimoni la cui fruibilità passa attraverso il loro collocamento tanto negli spazi geografici in cui sono nati e si sono sviluppati, quanto nei diversi contesti socio economici fino ai specifici comparti che li hanno generati. Per questo motivo si è voluto dotare il portale inHeritage, oltre che di una modalità di fruizione del bene culturale il più possibile “amichevole”, di un doppio percorso di ricerca, per “Territori” e “Settori”: due strade diverse, ma al tempo stesso intimamente connesse tra loro, che permettono all’utente di trovare delle risposte - o meglio delle interpretazioni in forma narrativa - a domande fondamentali quali dove e quando, come e perché quel patrimonio è nato, si è sviluppato, si è sedimentato in un determinato territorio.