Archivio Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale
Storia dell’ente
Il 10 aprile 1880 il Comune e la Deputazione di Borsa di Trieste, in base alla concessione ministeriale del 3 dicembre 1879 n. 36897, concordano la costituzione di un’impresa collettiva, con partecipazione paritaria, alla quale affidare la gestione delle operazioni portuali svolte a terra ed in particolare la costruzione, conduzione ed amministrazione dei magazzini e degli hangars nell’area portuale. L’impresa è denominata Pubblici Magazzini Generali (Öffentliche Lagerhäuser). La creazione di un ente specifico per il coordinamento e la direzione delle attività portuali testimonia il grado di sviluppo e di importanza raggiunto a Trieste dal commercio marittimo.
Il primo luglio 1891 vengono soppressi i privilegi di franchigia doganale concessi alla città, i quali perdurano solo per l’area del Porto nuovo – attuale Punto franco vecchio–.
Nel 1894 i Pubblici Magazzini Generali sono trasformati in azienda a partecipazione pubblica per intervento del governo austriaco. Assumono così la denominazione II.RR. Magazzini Generali di Trieste (K.u.K. Lagerhäuser in Triest).
L’intenso processo di industrializzazione che la città conosce a cavallo del secolo influenza anche l’evoluzione del porto. La costruzione del Molo V rientra infatti in un progetto di ampio respiro che mira alla progressiva estensione delle superfici portuali nell’area di Sant’Andrea e ad una maggiore interazione tra attività portuali e industriali.
Alla fine della prima guerra mondiale, con il passaggio di Trieste al Regno d’Italia, il porto cittadino continua a rivestire una grande importanza per lo Stato italiano. Quest’ultimo riconferma il regime dei punti franchi e lo estende anche all’area dello scalo legnami di Servola e al porto olii minerali di San Sabba.
Dal primo luglio 1926 la gestione delle attività portuali è affidata all’Azienda per l’esercizio dei Magazzini Generali di Trieste, la cui denominazione è in seguito modificata in Azienda Portuale dei Magazzini Generali di Trieste. I suoi compiti sono: esercizio commerciale esclusivo di tutti gli impianti e le attrezzature del Porto franco – costituito da Punto franco vecchio, Punto franco nuovo, ex arsenale e Porto doganale –, locazione dei singoli edifici e dei terreni, manutenzione degli impianti esistenti, costruzione di nuove opere ed arredamenti portuali, espletamento degli affari connessi alle proprie funzioni. La durata dell’Azienda portuale è inizialmente stabilita in venti anni, per essere prorogata per un periodo indeterminato nel primo secondo dopoguerra.
La continuità dell’Azienda portuale è conseguente all’ordine n. 127 dell’11 maggio 1946 dell’AMG (Allied military government). Dal 1947 l’amministrazione anglo-americana controlla lo scalo triestino attraverso la figura del Naval officer in charge, affiancato da un Capitano del porto per l’amministrazione e gestione delle attività, da un Comitato portuale per l’approdo e infine da un Consiglio di amministrazione – composto da 5 membri nominati dall’AMG e da 4 rappresentanti degli operatori economici attivi nel porto –.
Le funzioni dell’Azienda Portuale dei Magazzini Generali di Trieste rimangono invariate fino al 1963 quando, in seguito all’approvazione dello statuto di autonomia della Regione Friuli Venezia Giulia, il governo si impegna a creare l’Ente del Porto di Trieste. Il 9 luglio 1967, con la legge n. 589 viene istituito l’EAPT (Ente Autonomo del Porto di Trieste), ente pubblico sottoposto alla vigilanza del Ministero della Marina mercantile. La sua competenza territoriale si estende da Punta Ronco al torrente Bovedo includendo le aree di demanio marittimo e gli specchi d’acqua antistanti l’area dell’EZIT (Ente Zona Industriale di Trieste). Questi i compiti dell’EAPT: studiare, promuovere e adottare provvedimenti atti a favorire lo sviluppo dei traffici nazionali ed internazionali del porto, elaborare e proporre un piano di destinazione e di uso delle aree nonché il piano regolatore del porto, amministrare i beni del demanio marittimo, esplicare le funzioni attribuite attraverso i propri uffici, provvedere alla gestione dei mezzi meccanici per l’imbarco e l’esercizio dei magazzini per il deposito merci, amministrare i fondi assegnati. Gli organi dell’ente sono: Presidente, Consiglio di amministrazione, Comitato direttivo, Collegio dei revisori dei conti.
Il 20 novembre 1978 con decreto del Presidente della Repubblica n. 714 viene attuato un riordinamento dell’EAPT, estendendone prerogative di autonomia e competenze.
I cambiamenti nella gestione tecnico-operativa introdotti dalla legge 28 gennaio 1994 n. 84 aprono la strada alla progressiva privatizzazione delle attività portuali, mentre l’Ente Autonomo del Porto di Trieste diventa Autorità Portuale. Sottoposta a vigilanza del Ministero dei Trasporti e della Navigazione, i suoi compiti constano nell’amministrazione e gestione delle aree portuali, nel controllo sulle attività delle imprese e nella promozione del sistema portuale nel suo complesso. Gli organi dell’ente sono: Presidente, Comitato portuale, Segretariato generale, Collegio dei revisori dei conti.
Il D. Lgs. del 4 agosto 2016 n. 169 innova profondamente il sistema di amministrazione dei porti, prevedendo, tra le altre, la sostituzione dell’Autorità Portuale con l’Autorità di Sistema Portuale (AdSP). Quest’ultima si configura come ente pubblico non economico di rilevanza nazionale a ordinamento speciale e dotato di autonomia amministrativa, organizzativa, regolamentare, di bilancio e finanziaria. Tra i principali compiti dell’AdSP vi è l’attività di indirizzo, programmazione, coordinamento e controllo delle operazioni e dei servizi portuali nonché di promozione delle forme di raccordo con i sistemi logistici portuali e interportuali. Gli organi dell’ente sono: Presidente, Comitato di gestione e Collegio dei revisori dei conti.
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